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La fotografia: un mezzo per raccontare Andrea Celli.

Eccoci per un nuovo appuntamento con le nostre interviste!

Questa volta l'attenzione va verso un fotografo fiorentino che noi definiremmo magico.

Le sue foto, scattate dall'alba al tramonto, ci hanno davvero colpite! Ci hanno portato in dei paesaggi affascinanti e a volte quasi surreali, facendoci sognare ad occhi aperti.

Conosciamo meglio Andrea Celli attraverso le nostre domande e i suoi scatti!

1.Guardiamo un po' a cosa accadeva prima di questa tua passione. Pensaci un attimo, ma se per un momento guardi indietro, vedi degli indizi che ti fanno dire: <Sì, anche da piccolo\a avevo questa passione!> ?

Ho iniziato a scattare con la macchina a pellicola di mio padre e con le usa e getta, le portavo

spesso con me nelle tasche delle giacche. E’ nato tutto come semplice passione.

La fotografia per me è sempre stata un mezzo per raccontare, cercando di migliorare, quando

tornato magari da qualche viaggio e riguardando gli scatti realizzati, mi rendevo conto che

insomma “si poteva fare meglio”.

Qualche anno più tardi, anche grazie all’avvento del digitale, ho raggiunto una maturazione

fotografica e un occhio critico, aiutato anche da alcuni corsi che ho seguito durante i miei anni

universitari alla Facoltà di Architettura di Firenze, che mi hanno dato in eredità un senso

geometrico e delle proporzioni che si riflette in molti miei scatti, specie in quelli street o di

reportage.

Da piccolo avevo senz’altro una grande fantasia e immaginazione, cose che cerco sempre di non

abbandonare neanche oggi e che mi aiutano durante lo scatto sicuramente.

2.Tutti siamo concordi nel dire che un'opera non è mai solo quello che si vede e allora: tu cosa vedi in una foto oltre alla foto stessa?

Mi piace pensare che in ogni mio scatto ci sia un piccolo frammento di me stesso. Ognuno di noi è

unico e ha una sua propria visione della realtà. Generalmente sono una persona introversa,

raramente apro agli altri i miei sentimenti, quindi per me la fotografia è un modo per farne uscire

una piccola parte, senza dover necessariamente parlarne.

3.Una domanda alla tua sincerità: ti sono sempre piaciute le tue foto ? Cosa ti è sempre piaciuto o

cosa, talvolta, non ti è andato a genio ?

Assolutamente no. Sono molto critico con me stesso. Credo si possa sempre migliorare e

migliorarsi, ma per farlo serve molta passione, tempo e sacrifici. Per questo cerco di variare molto

il mio modo di scattare; non amo definire un mio genere particolare o imbrigliare la fotografia in

un unico genere. Nell’ultimo anno mi sono dedicato molto alla fotografia di paesaggio e astronomica. Entrambe hanno richiesto molto studio, tante uscite a vuoto, freddo, caldo, sveglie ad orari impensabili, e tanto tempo prezioso tolto alle persone che amo, ma mai una sola volta me ne sono pentito.

Non saprei dire cosa mi piace veramente dei miei scatti, so solo che in ognuno di essi c’è una parte

di me.

4.Dopo un po' di ironia, un po' di “concretezza”: la tua passione è anche il tuo lavoro?

Diciamo che per me resta una grande passione per adesso.

Stò valutando alcune proposte interessanti che mi sono arrivate dal mondo delle agenzie di viaggio, dai viaggi fotografici e dall’editoria. Il mio sogno sarebbe quello di poter lavorare nel mondo della

fotografia di reportage e di viaggio, al momento lo vedo solo come un sogno, domani chissà....

Andrea Celli

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